In fondo è un lavoro semplice il mio. Non serve una laurea, diceva il vecchio e caro direttore Sabatini durante il mio primo giorno al Romagna Sera. Basta essere svegli e avere i contatti giusti, diceva.
Diceva anche Sabatini: rispondi sempre alle 5 W del giornalismo anglosassone. Who, What, Where, When, Why. Io prendevo appunti: Chi, Cosa, Dove, Quando, Perché.
Diceva anche Sabatini: stai attaccato ai fatti, quando bastano a riempire la colonna. Se non bastano fai supposizioni, con il condizionale. Io prendevo appunti: porta a casa il risultato, non importa come.
Diceva anche Sabatini: se devi tirarlo un po’ lungo diluisci il brodo con la compagna di una vita che lo piange, gli amati figli che lo ricordano, il vuoto incolmabile che ha lasciato. Io prendevo appunti: compagna fedele, figli adorabili, vuoto pneumatico.
Diceva anche Sabatini: ogni cattiva notizia è una buona notizia per noi. Io prendevo appunti: cerca il macabro, pesca nel torbido.
Diceva anche Sabatini: il paese è piccolo, e più piccolo è il paese più grossi sono i peccati. Io prendevo appunti: ascolta le voci di corridoio, i pettegolezzi di strada, i mormorii dei salotti.
Diceva anche Sabatini: e poi non infiorettare troppo, che non è un romanzo. Io prendevo appunti: poche seghe, vai al sodo.Diceva tante cose il vecchio e caro direttore Sabatini. Si credeva un maestro di vita, anche se maestro lo era soprattutto di acquavite. Morì di cirrosi epatica qualche mese dopo il pensionamento. Nessuno lo rimpianse, tranne un accorato articolo del sottoscritto.