Marta Valbonesi: il linguaggio materiale

Dopo queste amare considerazioni, la conversazione non ingrana. Le parole s’ingolfano, le frasi non accelerano. Siamo fermi. Micky non sa proprio cosa dirmi, non si è preparato neanche un tentativo di discorso. Asseconda invece quella prerogativa maschile di compensare la mancanza di loquacità con il saper ascoltare. Questa stronzata, qualcuno è pure riuscito a venderla come pregio.

Ma non è certo lodevole farsi rimbalzare le parole addosso come un muro di gomma, o sostituire, come fanno gli uomini, il linguaggio verbale con quello materiale. Quel linguaggio espresso non con le parole ma con le cose: automobili costose, computer ultramoderni, donne oggetto, bacheche cariche di trionfi. È una grammatica solida e muta che rimpiazza quell’altra, chiassosa e volatile.

Tutto sommato è un bel riparo questo linguaggio materiale, una trincea di intere frasi fatte di oggetti parlanti in vece della voce.

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