L’agente Russo: il contrario dell’arcangelo Gabriele

Poi non è certo piacevole, le persone che chiamo, vederle sbiancare per telefono, o almeno, sentire sbiancare il loro tono di voce, quando dico che chiamo dalla questura. Oltre a questo, di reazioni ce n’è tutto un campionario: chi crede in uno scherzo di cattivo gusto, chi prende a balbettare, chi chiede spiegazioni che ancora non so dare, chi tace e non acconsente.

È per questo che tra i miei colleghi nessuno vuole farle quelle telefonate. Nessuno che vuol fare l’ambasciator che porta pene. Magari a una madre, a un figlio, a una moglie. Ricorderanno la tua voce per sempre, le tue parole per sempre, le tue pause per sempre.

Allora è toccato a me dare le brutte notizie alla gente. Sono diventato il messaggero della triste novella, una specie di arcangelo Gabriele al contrario. Immaginatelo solo più basso, più grasso, più calvo e con la divisa da sbirro al posto delle ali.

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